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Aperte al Valentino le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra

POLITECNICO DI TORINOIl Castello del Valentino è stato la cornice per l'evento di apertura del programma di iniziative organizzate dalla Conferenza Permanente per la Commemorazione della Grande Guerra in occasione delle celebrazioni per il centenario della I Guerra Mondiale. Questo primo convegno, che ha visto gli interventi dei professori Stefano Musso dell’Università di Torino, Vittorio Marchis del Politecnico e Gianni Oliva, con Pier Andrea Ferro (Presidente Regionale dell'Associazione Granatieri di Sardegna) nel ruolo di moderatore, era incentrato sul tema: “Torino: il tessuto sociale e industriale alla vigilia della Grande Guerra”.

"Il Politecnico è onorato di ospitare questa manifestazione e di partecipare attivamente alle celebrazioni", ha ricordato in apertura il Prorettore Laura Montanaro: "E non è un caso che questo evento si svolga qui: due lapidi, all'ingresso, volute dall'allora Rettore Gustavo Colonnetti ricordano i giovani studenti del Politecnico caduti nella I Guerra Mondiale. Il tributo pagato dai nostri studenti fu significativo, molti furono i ragazzi caduti in guerra o per le sue conseguenze, ma proprio da questi giovani caduti deve arrivarci oggi un messaggio forte: quello del grande valore della pace".

Il Vicerettore dell'Università degli Studi di Torino Sergio Scamuzzi ha ricordato il significato che l'Universita vuole attribuire alla sua partecipazione alle celebrazioni: "Le interpretazioni del passato prendono le mosse dal presente. Oggi per il nostro Ateneo è importante l'innovazione, in tutte le sue forme. Rileggeremo quindi la grande guerra come acceleratore di innovazione, ricordando però sempre l'ambivalenza di questa innovazione, che nacque nel sangue e ne produsse in seguito, ma portò anche sviluppo e benessere".

L'intervento del Generale Paolo Bosotti si è invece focalizzato sulla collaborazione tra mondo militare e accademia, che storicamente è fortissima nella nostra Regione: "L'Accademia Reale non era solo scuola militare, ma fucina della classe dirigente. La stretta connessione tra chi studia e chi produce si è fortificata e non si è arrestata dopo l'Illuminismo, anche grazie a figure dell’Ottocento come quelle di Cavour o Menabrea, che furono grandi esponenti di questa impostazione di continuo scambio di conoscenze e attività. Su questo humus possiamo costruire ancora oggi collaborazioni interessanti e fondamentali tra esercito, società civile e atenei". Il Generale ha poi auspicato la riapertura del Museo di Artiglieria, che ha permesso con alcuni dei suoi pezzi di allestire una mostra aperta al Castello del Valentino proprio in occasione delle celebrazioni.

Si tratta delle prime iniziative di un fitto calendario da qui al 2018, come ha ricordato il Prefetto Paola Basilone, che ha sottolineato come lo Stato italiano con queste celebrazioni si sia posto l'obiettivo soprattutto di valorizzare le testimonianze, materiali e immateriali, per celebrare la storia e l'identità italiana.