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Il CEMED alle OGM

POLITECNICO DI TORINOSarà l’evoluzione del Centro Museo e documentazione storica del Politecnico di Torino (CEMED), che diverrà il museo delle macchine e della cultura industriale e tecnologica: L’OfT, ovvero l’Officina Torinese.
La nuova sede sarà messa a disposizione dalla Città di Torino negli spazi delle ex OGM, Officine Grandi Motori.

Attualmente, il Centro Museo e documentazione storica del Politecnico di Torino è ospitato negli spazi di via Cavalli 22/H, dove è nato nel 1997. La maggior parte delle opere (macchine industriali, anche molto ingombranti) sono ancora stipate in alcuni container, mentre altre sono esposte all’aperto negli spazi del Politecnico in corso Duca degli Abruzzi 24. Altre collezioni, come quella di alianti e di motori aeronautici, non sono visibili per il pubblico.

L’OfT permetterà di mettere a disposizione di tutti gran parte di questo grande patrimonio di macchine industriali, raccolte dal Politecnico di Torino in 150 anni di attività, ma accoglierà anche collezioni della Città di Torino (ora conservate nell’ex macello di corso Ferrara) e di privati.

Il museo sarà una sorta di “archivio intelligente” delle opere, liberamente accessibili e consultabili. Sarà in rete con il Museo Torino e con il nuovo polo museale di via del Carmine (lì, accanto al Museo diffuso della Resistenza, tra tre anni dovrebbe infatti sorgere il Museo diffuso del Lavoro a cura dell’Ismel, l’Istituto per la memoria del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali).

I lavori di demolizione alle OGM inizieranno l’anno prossimo. In primavera sarà avviata la progettazione del museo delle macchine, che verrà ospitato nei 1.600 metri quadrati della cosiddetta “basilica”, alta 18 metri.

“Torino - ha dichiarato il direttore Vittorio Marchis - ha bisogno di avere un luogo dove conservare almeno come archivio le memorie materiali della città. Altrimenti in queste trasformazioni veloci e violente si rischia di perdere gran parte della nostra storia. La cultura industriale e tecnologica, infatti, non è fatta solo di carta, ma anche di macchine sulle quali hanno versato ettolitri di sudore migliaia di operai”.