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Beni culturali e virtualità

POLITECNICO DI TORINOPer rilanciare l’immagine e lo sviluppo culturale e artistico di Torino la strada proposta dalla II Facoltà di Architettura del Politecnico è quella della ricerca sui beni culturali attraverso l’impiego delle tecnologie più avanzate. È quanto è emerso dai lavori del Seminario del Dottorato in Beni Culturali del Politecnico, coordinato dalla Prof.ssa Anna Marotta.

Una serie di incontri e di conferenze dal titolo: “Virtual Cultural Heritage, ovvero, comunicare, esperire, insegnare, apprendere il rapporto con i Beni Culturali mediante l’impiego e l’ausilio delle più avanzate tecnologie virtuali”, organizzate anche con interventi in video conferenza da sedi universitarie internazionali, in collaborazione con SCUDO – Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino, MIMOS – Movimento Italiano Modellazione e Simulazione (presidente Arch. Davide Borra) - e con il Salone DNA Italia.

L’iniziativa tende a saldare i forti contenuti culturali che esprime il territorio della Regione Piemonte (anche nelle sue connessioni internazionali) con i più avanzati e innovativi mezzi di comunicazione multimediale e interattiva.

Come ha ricordato nel discorso introduttivo il Rettore Francesco Profumo, il Seminario ha avuto lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di formare una nuova classe di giovani architetti, ricercatori e professionisti del settore che sappiano valorizzare e promuovere ai più alti livelli i tesori culturali, artistici e architettonici, non soltanto della città di Torino (fra i soggetti protagonisti del centocinquantesimo anniversario dell’Unità nazionale), ma dell’intero patrimonio nazionale.
Obiettivi - soprattutto nell’applicazione per il turismo culturale e/o di divulgazione - confermati anche dall’Assessore Regionale Alberto Cirio, intervenuto all’apertura dei lavori, che ha colto anche il legame virtuoso tra La Regione Piemonte e il nostro Ateneo.

Il seminario ha affrontato i temi della rappresentazione digitale dei beni culturali, la loro replica formale con gli strumenti informatici del rilievo (laser scanning, image-based modeling, ecc.), il controllo dei processi di integrazione virtuale nelle ipotesi di ricostruzione, la musealizzazione delle stesse attraverso i vari gradi della spettacolarizzazione, le modalità di comunicazione ad un pubblico anche non esperto.
Gli interventi sono stati supportati anche dalla dott.ssa Sofia Pescarin, coordinatore della Virtual Heritage Unit del CNR-ITABC, l'istituto del centro di ricerca nazionale che si occupa di sviluppare e comunicare le metodologie applicate alla comunicazione, alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali attraverso l'uso delle nuove tecnologie della virtualità.

I lavori si sono chiusi venerdì scorso con la visita guidata all'Archeo Virtual Expò presso il DNA Italia al Lingotto Fiere.