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ISTAT: con la laurea in Ingegneria si trova lavoro

POLITECNICO DI TORINOTra tutti i laureati italiani, gli ingegneri hanno un lavoro garantito. Secondo un’indagine ISTAT che ha coinvolto 47.300 laureati (26.570 laureati quinquennali e 20.730 laureati triennali) sono proprio gli ingegneri, con l'81,3%, a registrare il maggior numero di occupati a tre anni dalla laurea.

In particolare, nel gruppo dell’ingegneria percentuali di occupati anche superiori a questa già ottima media si registrano in alcuni settori di competenze: l’88,9% degli Ingegneri meccanici, l’88,1% degli Ingegneri delle telecomunicazioni e l’84,9% degli Ingegneri chimici svolge, infatti, un’occupazione continuativa.
Buone prospettive occupazionali per i laureati in ingegneria anche ad un solo anno dalla laurea, con il 74,1% di impiegati.

A tre anni dal titolo di studio, in genere, ha un'occupazione il 73,2% dei laureati (74% nel 2004), sia che abbia frequentato corsi lunghi sia per i corsi triennali.
Alcune difficoltà si registrano ancora per le donne e nel Sud Italia: fra chi ha un lavoro continuativo dopo la laurea, il 60,3% è uomo, il 53,3% è donna; il 66,3% risiede al Nord contro il 43,4% del mezzogiorno e del 53,6% del centro.

Un altro dato generale che emerge dall’indagine è la tendenza a continuare gli studi dopo la laurea triennale. Oltre il 50% dei laureati triennali, dopo tre anni dal conseguimento titolo di studio, è ancora impegnato in un biennio specialistico. Tra chi invece entra nel mondo del lavoro subito dopo il titolo di primo livello, una buona performance occupazionale si registra per i corsi in Disegno industriale, con una percentuale di occupati superiore alla media.

Chi prosegue nel percorso di studi con la laurea specialistica, però, guadagna di più. I giovani che svolgono un lavoro continuativo iniziato dopo la laurea guadagnano in media circa 1.300 euro; 1.310 per i corsi lunghi, 1.293 per i triennali. Subito dopo i laureati del gruppo medico (1.881 euro), vengono quelli di ingegneria, con 1.466 euro in media. Le remunerazioni degli uomini risultano sempre più elevate rispetto alle donne, mediamente del 18%.