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Il Politecnico sale nel QS World University Ranking

POLITECNICO DI TORINOBuon risultato per il Politecnico di Torino nella nuova classifica internazionale delle università QS World University Ranking, pubblicata a Londra da Quacquarelli Symonds (QS): l’Ateneo guadagna sei posizioni rispetto al 2013 nell’area Engineering & Technology in Europa, attestandosi al 16° posto (58°nel mondo, a fronte del 68° posto dello scorso anno); il Politecnico recupera 5 posizioni anche nella classifica generale (365° posto a livello mondiale).

L’ateneo, in particolare, ha migliorato il proprio punteggio sia nella classifica complessiva (dove ha ottenuto 37,1 punti rispetto ai 35,2 dello scorso anno) sia in quella specifica di Engineering & Technology (dove ha ottenuto 80,9 punti, contro i 73,9 dello scorso anno).
I fattori che hanno permesso questi risultati sono soprattutto l’ambiente internazionale del Politecnico, primo in Italia secondo QS per presenza di studenti stranieri e soprattutto un miglioramento nella qualità della ricerca, che in questa classifica viene quantificata nel numero di citazioni e pubblicazioni su rivista e nella Academic Reputation, (45,5 punti rispetto ai 42,9 dello scorso anno nella classifica generale, 77,2 punti da 72,5 in quella dell’area Engineering & Technology), cioè la reputazione che un’università ha presso docenti di università di tutto il mondo, stimata attraverso un’indagine statistica condotta da QS; di particolare importanza per l’avanzamento nella classifica è il forte miglioramento del punteggio in due indicatori che misurano, con metodologie diverse, sia la produttività che l’impatto della ricerca nella comunità scientifica: il Citations per Faculty (rapporto tra numero di citazioni e numero di docenti) nella classifica generale, migliorato di circa il 31% da 30,7 a 40,3 punti e nell’H Index (che conta sia il numero di pubblicazioni che le citazioni) di Engineering & Technology, migliorato di quasi il 29%, da 63,7 a 82 punti. Restano invece fattori critici, che hanno penalizzato il Politecnico nella classifica, l’elevato numero di studenti per docente e la scarsa presenza di docenti stranieri.

“Siamo complessivamente soddisfatti di questi risultati, che testimoniano come il nostro Ateneo stia migliorando le proprie prestazioni in aree per noi fondamentali, come quella della ricerca”, sottolinea il Rettore, Marco Gilli, che continua: “Certo, molto si può ancora migliorare, e credo che il significato vero dei ranking internazionali sia proprio questo: uno stimolo a crescere come ateneo, confrontandoci con le altre realtà a livello mondiale. In questo contesto altamente competitivo, un miglioramento nelle posizioni è comunque un buon segnale, anche se siamo consapevoli che alcune difficoltà strutturali del sistema universitario italiano, come l’alto numero di studenti per docente e la scarsa attrattività di ricercatori e professori stranieri non possono essere superate se non con modifiche normative”.