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Con il tutore P.I.G.R.O. un aiuto per la riabilitazione

POLITECNICO DI TORINOLa tecnologia al servizio della neuroriabilitazione: l’Asl CN1 e il Politecnico hanno presentato un progetto attivato all’ospedale di Fossano, in collaborazione con il dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, finanziato dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Cuneo e dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Fossano.

Si tratta di un tutore attivo denominato P.I.G.R.O. (Pneumatic Interactive Gait Rehabilitation Orthosis -DIMEAS- Politecnico di Torino) e pensato per il recupero neuro-motorio degli arti inferiori in pazienti colpiti da ictus o da traumi cranici. La riabilitazione motoria degli arti inferiori a seguito di lesioni cerebrali è infatti sempre un iter complesso. Il tutore P.I.G.R.O. induce la movimentazione di caviglia, ginocchio ed anca, simulando il passo fisiologico, con una funzione di riattivazione.
P.I.G.R.O. è facilmente trasportabile, leggero, molto più economico rispetto ai tutori attualmente in uso e permette l’applicazione di diversi protocolli clinici anche innovativi.

“Un progetto che potrà avere importanti ricadute positive sul recupero dei pazienti – spiega il direttore generale dell’Asl CN1 Gianni Bonelli nel contesto di un ospedale riconvertito in Polo riabilitativo a livello provinciale e oltre, per quanto riguarda la neuroriabilitazione.”
Gianfranco Lamberti è direttore della struttura di Neuroriabilitazione: “Nella disabilità sono oggi i cronici ad avere un impatto sociale più significativo. Alcuni li considerano non più recuperabili dal punto di vista fisico e sociale, ma non è così e sono fiero che questo ospedale possa contribuire con questa ricerca a confermare il cambio di visione. Spero che il nostro sia un viatico per i percorsi ipotizzati nel nuovo atto aziendale”.

Gabriella Eula, docente del Politecnico, spiega il progetto: “Le prime sperimentazioni su paraplegici sono state avviate sin dal 2006. La macchina ha il vantaggio, rispetto all’uomo, di essere più precisa. P.I.G.R.O. è un tutore attivo, maneggevole, leggero, versatile, vestito sulle gambe dei pazienti, dapprima sottoposti a risonanza magnetica per capire il tipo di danno cerebrale: dopo 3 settimane di trattamento si esegue un’analisi sul cervello per verificare il naturale recupero sugli arti inferiori. Con questo prototipo, più volte migliorato con quattro diverse versioni dal 2006 al 2012, studiamo la possibilità di attivare nuovi circuiti motori con macchine robotizzate. È possibile trattare anche due pazienti contemporaneamente, pensiamo anche ad un suo utilizzo come ausilio per il trattamento in acqua, nel prossimo futuro. La macchina che abbiamo progettato, rispetto ad un tapis roulant, ha il vantaggio di consentire un cammino mobile in una stanza rispetto a un punto fisso”.

Ai tecnici del Politecnico si affiancano gli psicologi dell’Università. Spiega Gianfranco Lamberti: “La psicologia è una tradizione nelle neuroscienze per non fermarsi a un’analisi biotecnica, ma valutare il recupero a livello cerebrale; questa disciplina può contribuire per la valutazione del miglioramento cognitivo delle persone e della possibilità di dare qualità alla vita anche in una fase avanzata della malattia.”