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Rigenerazione urbana: Torino e il Politecnico in Cina

POLITECNICO DI TORINOLa Cina si dimostra sempre più interessata al territorio piemontese e in particolare alle attività del Politecnico. Sono state presentate il 3 dicembre scorso in Comune due iniziative che testimoniano quanto interesse si sia sviluppato attorno alla collaborazione dell’Ateneo con università cinesi sui temi del recupero e della rigenerazione urbana: da una parte World Architecture, la più influente e diffusa rivista di architettura e urbanistica in Cina, ha dedicato al capoluogo piemontese un numero monografico sul tema delle sustainable strategies, curato da Michele Bonino, docente del Politecnico di Torino e visiting professor alla Tsinghua University di Pechino; il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico ha inoltre vinto, nello scorso settembre, il bando per la partecipazione alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Shenzhen, nel suo campo la terza biennale al mondo per importanza (e la maggiore d’Asia).

Tema cardine di entrambe le iniziative, il recupero delle aree industriali dismesse, argomento molto sentito in Cina, dove lo sviluppo economico vertiginoso non è sempre accompagnato da una cultura della sostenibilità. La ricerca curata da Michele Bonino per World Architecture guarda proprio a Torino come a un modello di rigenerazione urbana, non tutto rivolto all’efficienza tecnologica ed energetica, quanto piuttosto fondato su un’idea di sostenibilità sociale.
Nel saggio introduttivo dal titolo Soft sustainability: the Torino approach, il direttore della rivista Zhang Li (docente nella più importante università del paese, la Tsinghua di Pechino) spiega efficacemente le ragioni della scelta di Torino: “Torino è il fiume, le valli, i castelli, i giardini, le piazze e, soprattutto, la storia e la cultura condivise dalla sua popolazione. La maggior parte delle sue trasformazioni ha avuto la scala umana come assoluta priorità. Si può chiaramente sostenere che Torino, ben prima che la nozione di sostenibilità diventasse di consapevolezza pubblica, si è messa in gioco con operazioni di rigenerazione urbana intrinsecamente sostenibili”. E ancora: “ Un insegnamento che le città cinesi possono trarre da Torino è chiaro: la sostenibilità di una città non riguarda solo il progresso tecnologico del suo hardware, ma prima di tutto ha a che vedere con la vita urbana, che lega la dimensione fisica della città con chi la abita. La dimensione soft della sostenibilità conta”.

Il numero contiene contributi di Carlo Olmo, Luca Molinari, Zhang Li, Davide Tommaso Ferrando. Vi sono illustrate alcune delle più recenti trasformazioni architettoniche di Torino e dell’area metropolitana, molte delle quali fondate sul riuso di strutture esistenti (la prima forma di sostenibilità). Tra le opere illustrate, il Lingotto, il Parco Dora, Eataly, la Città della Conciliazione di Grugliasco.

Sempre nell’ottica della collaborazione tra l’Ateneo e la Cina, è stata presentata anche la partecipazione del Politecnico insieme ai partner cinesi di South China University of Technology e Chinese University of Hong Kong, e all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Shenzhen. Questa rete si è consolidata a partire dalla partecipazione congiunta a un progetto di rilevante interesse nazionale (MIUR), intitolato Re-cycle. Nuovi cicli di vita per la città e il paesaggio.

Con apertura dal 7 dicembre al 24 gennaio 2014 alla Galleria Position di Shenzhen, il team curerà la mostra Watersheds, patrocinata dall'Ambasciata Italiana a Pechino, dall'Istituto Italiano di Cultura, dalla Città di Torino e dal Liwan District (Guangzhou).
Quattro casi di rigenerazione urbana legati a spazi d’acqua (fiumi e laghi urbani) in Italia e Cina saranno confrontati tra loro e presentati al pubblico cinese. Per Torino, l’area prescelta per la mostra è Torino Sud, con le riqualificazioni avvenute o in progetto intorno al corso d’acqua del torrente Sangone.

La partecipazione alla Biennale si inserisce peraltro nel quadro più ampio dell’accordo di cooperazione in atto tra la Città di Torino e l’Amministrazione di Shenzhen, e delle collaborazioni che il Politecnico di Torino ha avviato con la provincia del Guangdong, in particolare con la municipalità di Shenzhen, proponendosi come polo centrale di un’iterazione sinergica tra didattica, ricerca e industria.

Nelle immagini, due delle aree oggetto dalla mostra Watersheds in Italia (Torrente Sangone) e Cina. Foto di Luca Casonato