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X-Team: un corridoio educativo e culturale per i proteggere i beni culturali e aiutare i profughi

POLITECNICO DI TORINOIn Medio Oriente si sta consumando un “genocidio culturale” finalizzato a distruggere le opere d’arte in quanto simboli delle civiltà che nei secoli si sono succedute in quei territori e a compromettere la pacifica convivenza fra fedi e popoli diversi.
La gravità della situazione richiede rapide misure operative per rispondere alle minacce incombenti sul patrimonio culturale e costruire una capacità sistemica di protezione internazionale. La distruzione volontaria delle opere d’arte è inoltre una sfida culturale e la risposta deve essere orientata in primo luogo a creare un adeguato livello di consapevolezza. Accanto a misure di sicurezza preventiva e ad azioni mirate, serve sostenere la formazione di un numero importante di esperti locali, costituendo nuclei specializzati nella sicurezza del patrimonio culturale in grado di operare con efficacia sul campo.

Per rispondere a questa sfida, Politecnico, Università Ca’ Foscari Venezia, IUAV, SiTI e CORILA promuovono l’iniziativa X-Team, espressione derivante dall’acronimo inglese “International Centre for Cultural Heritage Security” - ICHS. L’obiettivo è la formazione di esperti nei campi della sicurezza del patrimonio culturale rispetto ad attacchi antropici ed eventi naturali e del contrasto al traffico illegale di opere d’arte, con un approccio capace di attivare processi di sviluppo, finalizzati a creare posti di lavoro qualificati, ridando alle persone in fuga la prospettiva di un “ritorno a casa con dignità”.

L’iniziativa è stata infatti presentata il 3 maggio scorso nel corso di una conferenza stampa presso il Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca alla presenza del Ministro Stefania Giannini e dell’europarlamentare Silvia Costa, nel quadro delle iniziative proposte dagli Atenei per i rifugiati. I destinatari della formazione saranno scelti fra gli studenti e ricercatori dei Paesi in conflitto e fra i funzionari dei sistemi culturali. Particolare attenzione sarà posta al coinvolgimento di profughi o sfollati, inclusi gli ospiti dei campi a ridosso delle frontiere con i Paesi in crisi: un vero e proprio “giacimento di competenze”, che può attivamente contribuire alla ricostruzione dei propri territori di origine.

Il progetto prevede l’organizzazione di un corso residenziale della durata di otto mesi, finalizzato a creare squadre di esperti multidisciplinari che al termine della formazione opereranno nei propri Paesi contribuendo alla costruzione di speranza per la rinascita delle comunità locali.
X-Team promuoverà anche la creazione di imprese locali ad alta specializzazione: il modello organizzativo prevede la creazione di una unità di coordinamento in Italia e la costituzione di “Centri Satellite” extra-europei. I Centri Satellite, aperti alla partecipazione di partner locali, assicureranno il trasferimento del know-how e la capacità operativa in loco, abilitando filiere di servizi innovativi per la sicurezza, la tutela, la conservazione e la gestione del patrimonio culturale, con ricadute in termini di posti di lavoro qualificati.

Il Rettore del Politecnico Marco Gilli spiega come questo progetto arricchirà ulteriormente le iniziative proposte dall’Ateneo per supportare gli studenti rifugiati e richiedenti asilo; è già attivo, infatti, il progetto RE-HOME 4 STUDENTS, un programma per aiutare i giovani rifugiati con l’iscrizione gratuita al corso di studi, l’assistenza nella ricerca di alloggio e un supporto burocratico con le autorità competenti, e per favorire l’accesso agli studenti richiedenti asilo, che hanno a disposizione la possibilità di consultare gratuitamente le lezioni in streaming e seguire corsi di lingua italiana e simulazioni di test di ammissione. Questo nuovo progetto permette al Politecnico di dare un contributo anche attraverso quelli che sono proprio i saperi caratteristici di un’università tecnica: la tradizione e il riconoscimento internazionale della Scuola di Architettura, testimoniata anche dalla partecipazione alla cattedra UNESCO assegnata a SiTI e Politecnico si coniuga con le discipline più strettamente tecnologiche, in particolare nel campo delle nuove tecnologie applicate ai beni culturali, ambito nel quale l’Ateneo conduce ricerche di avanguardia, come dimostra anche il recente accordo con il gruppo scientifico della Polizia Municipale della Città di Torino per la sicurezza urbana e in particolare per la tutela delle opere d’arte e dei beni culturali. La particolarità di questo progetto è poi la possibilità di favorire il ritorno in patria dei rifugiati, anche attraverso il supporto ad attività imprenditoriali qualificate; in questo senso potrà essere valorizzata l’esperienza dell’incubatore di imprese del Politecnico I3P.

Il professor Romano Borchiellini, Presidente di SiTI, ha sottolineato che l’apprezzamento per questa iniziativa, dimostrato anche durante la presentazione al Parlamento Europeo, rappresenta sia la conferma della necessità di dare in tempi brevi una risposta alla distruzione dei simboli delle identità storiche e religiose di intere etnie, sia una conferma del ruolo strategico di strutture come SITI (ente strumentale della Compagnia di San Paolo), che grazie ad una profonda conoscenza del territorio e ad un approccio multidisciplinare ai problemi riescono a individuare scenari innovativi in sinergia con le istituzioni universitarie e territoriali.