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Le architetture dell'Expo: ne discutono gli studenti

POLITECNICO DI TORINOA dieci giorni dalla fine dell’Esposizione Universale di Milano e dall’avvio delle operazioni di smantellamento dei padiglioni e delle aree espositive, un gruppo di 70 studenti del Politecnico, insieme ad alcuni architetti e ricercatori, ha avuto modo di interrogarsi sul significato delle architetture di EXPO, in un forum pubblico organizzato in collaborazione con Presenza Svizzera del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) presso il padiglione svizzero il 21 ottobre scorso.

Da costruzioni temporanee a identità permanenti, i padiglioni nazionali, le strutture d’accoglienza e le aree espositive di Expo Milano 2015 hanno ormai terminato il loro ciclo vitale. Al dibattito, moderato da Florence Graezer Bideau (EPFL Scuola Politecnica Federale di Losanna), Michele Bonino e Filippo De Pieri (Politecnico di Torino), hanno partecipato architetti e ricercatori: Matteo Robiglio, docente del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico, Alberto Bianchi dello studio architetti De Lucchi che ha progettato il Padiglione Zero, Italo Rota, creatore del padiglione del Kuwait e del Padiglione del vino, Noah Baumgartner, architetto di Netwerch e ideatore del Padiglione svizzero; è intervenuto anche l’Ambasciatore Nicolas Bideau, capo di Presenza Svizzera del DFAE, che è responsabile del Padiglione svizzero. Infine è intervenuto l’architetto Carlo Ratti, direttore al MIT del Senseable City Laboratory e ideatore del «Future Food District» e del padiglione aziendale di New Holland.