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Innovazione nella piccola impresa con il progetto Broad PITT

POLITECNICO DI TORINOIn molte piccole imprese non è presente un sufficiente livello di innovazione, mentre dall’altra parte, il Politecnico può offrire un serbatoio molto esteso di invenzioni e brevetti che non sono sfruttati.
Partendo da questa consapevolezza e con l’obiettivo di creare innovazione che possa diventare un fattore di crescita adatto anche alle imprese non grandi e perciò anche meno strutturate è stato sviluppato il progetto Broad PITT. L’iniziativa, messa in campo da Piccolindustria con il Politecnico di Torino e Intesa San Paolo, è stato presentato durante l’assemblea di Piccolindustria del 16 giugno scorso.

Il suo intento, come suggerisce il nome,è quello di arrivare alla base (broad) delle piccole imprese, quella moltitudine di realtà produttive che non sono “campioni” e faticano a collaborare con gli enti di ricerca, dove invece sono presenti competenze, tecnologie eccellenti disponibili, ed hanno più difficoltà nell’accesso al credito. P.I.T.T. è invece l’acronimo di Piccola Impresa Trasferimento Tecnologico.

La sperimentazione è stata condotta con l’azienda CASIT, di Caselette, nata a metà degli anni ‘50, che opera nel comparto dell’automazione cancelli, barriere e sistemi di apertura; si tratta di un’azienda di piccole dimensioni: 20 dipendenti e 2,0 milioni circa di fatturato.

“L’esperimento – ha commentato Dario Gallina, Presidente di Piccola Industria - ha consentito di definire un metodo di lavoro che mette a sistema le competenze di tutti i partner e che impatta in primo luogo sulla cultura, sul modo di fare impresa dell’azienda e poi sulla sua organizzazione, sui suoi rapporti con le banche e con il mercato. La tecnologia è fondamentale, ma è molto rilevante anche la capacità di lavorare insieme ad altri, mettendo a sistema capacità ed esperienze diverse. Il ruolo del coordinamento di soggetti competenti esterni che lavorano con l’azienda passo a passo come una squadra è ciò che fa la differenza. L’azienda deve seguire una road map con tempi e miles stone precise per garantire risultati e controllo dei costi; poi la visione dell’innovazione ampia che spazia dal design alla tecnologia, dalla pianificazione finanziaria alla conoscenza dei mercati di destinazione sono aspetti fondamentali per trasformare tentativi “fatti in casa” di innovazione in un processo strutturato e organizzato. Questa è la scelta vincente e questo è il giusto obiettivo delle istituzioni su cui basare gli incentivi di supporto alle PMI”.

Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino ha aggiunto: “Con questo progetto il Politecnico di Torino vuole dare seguito a quanto previsto dal suo Piano Strategico, mettendo a disposizione di un numero sempre maggiore di imprese del territorio conoscenze tecnologiche già disponibili, frutto di progetti di ricerca conclusi. In tale scenario ritengo che gli studenti di dottorato, per le loro qualità scientifiche, possano svolgere un ruolo chiave nel trasferimento di nuove tecnologie nei prodotti e nei processi delle imprese di minori dimensioni, le quali non dispongono di sufficienti risorse per avviare propri processi di ricerca tecnologica”.