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Si parla di EXPO con il Direttore del Padiglione Italia Cesare Vaciago

POLITECNICO DI TORINOA un mese dall’apertura dell’EXPO di Milano, l’ingegner Cesare Vaciago, Direttore del Padiglione Italia, ha incontrato gli studenti del Politecnico per il ciclo di eventi TOP EXPERIENCES, organizzato dai corsi di Laurea Magistrale in Ingegneria della Produzione Industriale e dellʼInnovazione Tecnologica e Ingegneria Gestionale.

“I temi di Expo corrispondono in pieno con gli obiettivi che la Commissione Europea si è posta per rispondere ai cosiddetti societal challenges, quei bisogni della società che possono trovare una risposta grazie all’applicazione della tecnologia più innovativa nei settori, appunto, del cibo, dell’energia, della sostenibilità”, ha ricordato in apertura il Rettore Marco Gilli, che ha poi introdotto l’ing. Vaciago, ex allievo proprio del Politecnico di Torino.

Vaciago ha voluto ricordare ai numerosi studenti intervenuti la storia delle esposizioni universali: pochi sanno che Expo 2015 non sarà la prima esposizione che ha avuto Milano come sede. Ce ne fu una precedente, nel 1906, dedicata ai trafori. Seguirono Torino nel 1911 e nel 1961, mentre l’esposizione prevista a Roma nel 1942 non ebbe luogo a causa della guerra, ma lasciò in eredità il famoso Palazzo della Civiltà italiana all’Eur.

Si arriva quindi all’EXPO 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la vita non sarà solo uno slogan, ma si tradurrà in un messaggio molto concreto. Il problema, per quanto riguarda il cibo, è la distribuzione, non la produzione di risorse. Quindi il nostro obiettivo, e in questo il ruolo della tecnologia è fondamentale, deve essere quello di inventare criteri e metodologie nuovi per la distribuzione”, ricorda Vaciago, che cita il filosofo ed economista Serge Latouche: “La crescita illimitata provoca la distruzione del pianeta, quindi la proposta di qualcuno è di invertire la rotta e andare verso la decrescita, la decrescita felice di cui parlava Latouche; la visione più moderata di questa filosofia, che è quella che ha ispirato l’EXPO e che è poi quella di Petrini, ma anche di Papa Francesco, vuole arrivare ad una sintesi tra distruzione del pianeta e decrescita: la crescita sostenibile”.

Vaciago ha poi descritto le caratteristiche e la struttura del Padiglione Italia: “Ci siamo interrogati su quelli che sono gli aspetti che caratterizzano l'Italia, le sue “potenze” e ne abbiamo individuate quattro: la capacità del saper fare, con la nostra imprenditorialità; la bellezza del paesaggio, ma soprattutto del costruito; la capacità di superare sempre il limite; lo sguardo al futuro, perché l'Italia non è un museo, è un vivaio”.

Nel corso del dialogo con il moderatore Guido Perboli e a seguito delle domande del pubblico, Vaciago ha infine ricordato la sua esperienza formativa al Politecnico, dove si laureò in ingegneria nucleare: “La solida formazione ricevuta e soprattutto l’attitudine al progetto mi hanno aiutato nella mia attività lavorativa, anche in settori molto differenti rispetto a quello per il quale avevo studiato”.