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Resilience by Design: due studenti del Politecnico all’Onu per presentare il progetto di un edificio resiliente

POLITECNICO DI TORINOIl terremoto del 2010 ad Haiti, il tornado Sandy del 2012 negli Usa e, per ultimo, il tifone Yolanda del 2013 nelle Filippine, per colpa del quale persero la vita 6300 persone, sono disastri naturali che obbligano a trovare risposte urgenti ed efficaci al peggioramento delle condizioni climatiche globali. Un’emergenza che colpisce specialmente le regioni tropicali, dove sempre più frequentemente si verificano ondate di tifoni e inondazioni di portata devastante. Ma come può l’architettura aiutare le persone vittime di disastri naturali?

È questa la domanda che ha spinto oltre 5000 studenti e ricercatori da tutto il mondo a partecipare all’iniziativa Resilience by Design, organizzato dall’Open Online Academy di New York, con l’obiettivo di progettare un complesso scolastico resiliente per le Filippine. Tra i quattro team vincitori, anche l’MY2VF, del quale fanno parte due studenti di Architettura del Politecnico di Torino: Veronica Dinatale e Francesco Miacola. Il caso concreto di studio dei 55 gruppi partecipanti è stato la “Guiuan National High School” nella Repubblica delle Filippine, un complesso scolastico molto simbolico: è stato infatti il primo edificio ad essere distrutto dal tifone, e il primo ad essere ricostruito.

La cerimonia di premiazione è avvenuta nella sede delle Nazioni Unite a New York. È in questa occasione che l’MY2VF ha presentato i frutti del proprio lavoro. Cinque i presupposti dai quali sono partiti Dinatale, Miacola e gli altri tre architetti del team provenienti da India, Canada ed Emirati Arabi: l’uso di tecnologia innovativa per la costruzione, la convenienza della struttura, la resistenza a tifoni e terremoti, l’accessibilità ai disabili e l’adattabilità ad altri siti. Così è stato ideato il complesso sollevato per un metro da terra, per evitare gli allagamenti, e a pianta esagonale, composto da sei moduli a forma di trapezio. Il tetto è costituito da una struttura di travi in legno e bamboo, inclinata di 30 gradi per lasciar scivolare la pioggia e il tutto è stato pensato per poter poi essere convertito in centro d’evacuazione in caso di emergenza. L’edificio prevede 27 aule per una capienza di 1344 studenti tra gli 11 i 18 anni.

Gli organizzatori si sono impegnati a promuovere la realizzazione dei prototipi grazie alla collaborazione con istituzioni internazionali (Architecture for Humanity Manila e Harvard Architecture and Urban Society) e nazionali (Department of Educational of the Philipphines, National Disaster Coordination Council e United Architects of the Philipphines). Un esempio virtuoso di collaborazione tra professionisti e universitari da tutto il mondo, un modo per sviluppare ricerca, eliminando le barriere spaziali e temporali.