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Al Politecnico il primo laureato magistrale in Italia in Alto Apprendistato

POLITECNICO DI TORINOE' stato proclamato dottore magistrale il 12 dicembre scorso il primo laureato in Italia a conseguire il titolo all’interno del progetto delle Lauree in Alto Apprendistato, un percorso formativo sperimentale promosso dalla Regione Piemonte.

Lo studente ha svolto un percorso ad hoc di alternanza fra formazione universitaria e aziendale “on the job” nel campo dei software di controllo di sistemi per l’automazione, che gli ha permesso di essere assunto con un contratto di apprendistato presso l’azienda SPEA Spa di Volpiano e contemporaneamente di concludere l’ultimo anno del suo percorso di studi magistrale in Ingegneria Informatica. La società ha collaborato insieme al tutor accademico alla progettazione di questo percorso formativo che ha portato, fra le varie attività, alla stesura della tesi di laurea in azienda.

Per un anno e mezzo Andrea Fonti - questo il nome del primo laureato del progetto – ha lavorato presso l’azienda con un contratto di lavoro in apprendistato, che prevede quindi, come corrispettivo della prestazione lavorativa, non solo la retribuzione, ma anche una formazione integrata, professionale e universitaria; dall’altra parte, per l’azienda sono previsti sgravi contributivi e fiscali. Al termine del contratto di apprendistato il laureato è stato assunto a tempo indeterminato dalla stessa azienda.

Si tratta, pertanto, di un modello innovativo di accesso al mondo del lavoro, la disciplina regionale sull' Apprendistato di alta formazione e ricerca consente ai giovani e alle imprese di usufruire di un nuova leva occupazionale e formativa mettendo in relazione l'università e l'impresa mediante programmi di integrazione delle metodologie formative.

Il Prorettore del Politecnico di Torino Laura Montanaro commenta:“Le Università devono rafforzare il loro ruolo al servizio dello sviluppo, locale e nazionale, ma servono nuovi strumenti e nuove modalità di relazione con il sistema produttivo. L’Ateneo ha una lunga e positiva esperienza sui percorsi di master e dottorato in alto apprendistato, e questa modalità si è dimostrata una grande opportunità su tutti i livelli formativi. Il successo di tali iniziative non può prescindere da una stretta collaborazione e comunanza di intenti di tutti gli interlocutori, Regione, Università e Imprese, condizione che si è pienamente realizzata nel territorio piemontese; auspichiamo che iniziative di questo genere diventino nel tempo strutturali e si inquadrino in una strategia territoriale di sviluppo e di rafforzamento sempre più efficace del dialogo tra il mondo accademico e quello del lavoro”.

Interviene l'Assessore regionale all'Istruzione, Lavoro e Formazione Professionale Giovanna Pentenero: "Non possiamo che essere orgogliosi, si tratta del primo laureato magistrale in Italia con questo tipo di contratto, segno delle buone pratiche che sta attuando la Regione Piemonte per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, di cui da tempo si sta discutendo come metodo per permettere lo sviluppo pratico a competenze teoriche. L’interesse del mio assessorato rientra in questa ottica di collaborazione tra aziende, enti pubblici e istituti professionali così come avvenuto tra l'azienda Spea e il Politecnico, perché, solo grazie a un lavoro di sinergie, si potrà uscire dalla crisi. Le mie congratulazioni vanno ad Andrea Fonti, che mi auguro possa rappresentare un esempio positivo e assolutamente ripetibile”.

Luciano Bonaria, Presidente e CEO SPEA, conclude: “Come azienda d’avanguardia che esporta nel mondo macchinari hi-tech concepiti e costruiti in Italia, SPEA sa quanto sia importante avere giovani talenti a cui insegnare mestieri di altissima specializzazione. La collaborazione industria/Politecnico è importante e dovrebbe essere facilitata e valorizzata. SPEA ha prontamente aderito a questo interessante progetto, grazie al quale lo studente può lavorare in un’industria ad alta tecnologia durante il percorso di studi, ed imparare a “fare” utilizzando le competenze tecniche che si apprendono all’Università. Il risultato che si ottiene è un talento non potenzialmente capace di “fare”, ma realmente capace di lavorare. Una risorsa preziosissima per le industrie italiane”.