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Il DIMEAS gioca in squadra

POLITECNICO DI TORINOGioco di squadra, lavoro integrato in una rete ben connessa e condivisione dei risultati. Saranno queste le parole d’ordine di tutta l’attività del DIMEAS – Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico per i prossimi anni. “Proprio sulla collaborazione e sulla multidisciplinarietà abbiamo lavorato in questi mesi e credo che saremo pronti a proporci sempre di più con questa modalità per le sfide che ci attendono nei prossimi anni”, spiega il Direttore, Massimo Sorli. ”I Cluster italiani sono stati una sorta di palestra per introdurre un metodo di lavoro collaborativo che ci pone all’avanguardia nel panorama delle università italiane, dove spesso ancora questo concetto non si è affermato e si continua a lavorare per ambiti settoriali, mentre si tratta invece di un valore culturale importante, che deve affermarsi”.

“Sono convinto che il nostro Dipartimento possieda moltissime competenze, ma debba collaborare con altre aree dell’Ateneo specializzate in settori di ricerca complementari ai nostri, ma che non sono presenti nel DIMEAS”
, continua il Direttore. Collaborazione che deve essere applicata sempre più non solo a livello di strutture, ma anche di singoli: “Per migliorare davvero il lavoro bisogna rendere tutti più produttivi, non valorizzare solo il contributo di pochi che conducono ricerche di eccellenza. Sono convinto che un fattore essenziale per ottenere questo risultato sia lo stimolo della passione, dell’interesse di ciascuna persona che lavora nel Dipartimento. L’individualità, infatti, non paga a meno che non sia a servizio del sistema”.

Le persone, quindi, sono l’ elemento di base per costruire l’attività del Dipartimento. “Certo, però, per sviluppare attività di ricerca non basta rivolgere lo sguardo e l’attenzione solo all’interno: è fondamentale rimanere al passo con il mondo, garantirsi credibilità e fiducia, che si ottengono solo con uno stretto rapporto con il contesto socio-economico”, continua il Direttore: “Abbiamo relazioni con tutte le principali industrie nazionali e internazionali dei nostri settori di riferimento riuscendo ad anticipare la domanda di innovazione che proviene dal mondo esterno, dando quindi risposte più vicine alle effettive necessità delle aziende”.

Un metodo che si trasmette poi nella didattica, riuscendo a ribaltare anche sugli studenti questa vicinanza con il mondo industriale. “Dobbiamo insegnare ad essere ingegneri, non solo scienziati” - continua il Direttore - “quindi dobbiamo essere vicini al mondo delle aziende, quello nel quale poi i nostri laureati opereranno. Sempre per restare nella concretezza e offrire didattica e ricerca di qualità, dobbiamo puntare poi a incrementare l’attività sperimentale. Ritengo però che vada promossa non solo la sperimentazione in azienda, ma anche quella all’interno dell’ateneo, con i nostri laboratori”.

Un sogno nel cassetto? “Riuscire a semplificare davvero i processi. Sono convinto che solo una semplificazione vera permetterebbe di risparmiare tempo ed energie, mentre la complessità delle nostre organizzazioni mina fortemente l’efficienza del nostro operato. Alla semplicità si dovrebbe associare un senso di responsabilità diffuso, che evidenzi bene i ruoli e sia riconosciuto e riconoscibile, in modo che le singole individualità si integrino veramente in una squadra che lavora insieme”.