Primo piano

Il saluto di Marco Tomasi

POLITECNICO DI TORINOEgregi Professori, carissimi colleghi ed amici,
come ormai noto, in seguito alla formalizzazione del mio nuovo incarico al MIUR, da fine luglio ho lasciato il ruolo di Direttore Amministrativo al Politecnico.

Prima di partire per questa nuova avventura ho cercato di salutarVi tutti di persona ma, come inevitabile, non sono riuscito nell’intento. Soprattutto, non sono certo di essere riuscito a trasmettere, come avrei voluto, i pensieri e le sensazioni suscitati in me da questo cambiamento.
Con questa lettera rivolgo a tutti Voi, cari amici, a tutti quelli che non ho potuto incontrare di persona e, di nuovo, a quelli a cui ho potuto invece stringere la mano, un caloroso e sentito saluto. E approfitto di questo mezzo per condividere con voi il bagaglio di pensieri, considerazioni, ricordi (e forse, per alcuni, anche noiose chiacchiere) che ho portato con me a Roma e che costituisce quanto di più prezioso mi ha regalato l’esperienza al Poli.

Ho lavorato con Voi per due anni e mezzo. Sono stati anni intensi: mi sono trovato in un contesto nuovo, con una mole di attività che ha richiesto notevole impegno e attenzione. Ma ho trovato un’accoglienza quasi familiare, che mi ha fatto sentire da subito parte di un tutto. E stimoli costanti, grazie alla quantità e alla qualità delle persone con cui ho avuto modo di confrontarmi e collaborare in un clima di grande serenità ed efficienza.

In questi anni abbiamo infatti trovato insieme anche gli spazi e le risorse per l’innovazione, affiancando alla gestione quotidiana dell’Ateneo un percorso strutturato di ridisegno del modello operativo e di introduzione di nuove prassi nei processi amministrativi e gestionali, per ottimizzare il supporto alla ricerca e alla didattica.
Ciò è avvenuto grazie alla convergenza dell’Ateneo (personale docente e personale tecnico amministrativo) su obiettivi comuni: penso innanzitutto al Piano Strategico e poi al Piano dei Sistemi, che hanno fornito un modello organico di riferimento e lanciato una forte progettualità, con numerosi spunti di riorganizzazione e di revisione dei processi, a cui abbiamo dato seguito con la creazione di strutture dedicate alla gestione del cambiamento che potessero coordinare le molteplici iniziative, presidiando gli aspetti inter-funzionali e facilitando la collaborazione dei servizi e dei centri sia nella gestione dei progetti, sia della comunicazione.
Penso a quanto abbiamo investito per rafforzare e intensificare il dialogo tra le diverse strutture, con gli organi istituzionali, con i Dipartimenti ed i Centri; a quanti sono stati i nuovi progetti, gli studi sui dati economici, quante le decisioni importanti per l’Ateneo prese valutandone pro e contro.

Abbiamo rafforzato i processi di pianificazione e controllo, grazie all’introduzione di un processo strutturato di budgeting ottenendo una più efficace pianificazione delle risorse e migliori ritorni in termini di controllo e aprendo le porte a future evoluzioni.
Dal punto di vista della gestione degli spazi, questi anni sono stati vibranti per intensità e per novità; mi riferisco non solo ai grandi progetti ma anche ai tanti piccoli interventi per rendere più vivibile, piacevole e fruibile il nostro Politecnico, in particolare per gli studenti, superando in alcuni casi il tradizionale “rigore” caratteristico dell’Ateneo. E come non ricordare il “Valentino”… stupenda cornice per un percorso di crescita di ricercatori e giovani in un ambiente unico e da preservare come un gioiello di cui tutti possano godere.

Ci sono ancora tante cose da fare, tante idee da concretizzare… mi dispiace davvero di non poter continuare a lavorare con voi per portare sempre più in alto la “nostra” grande realtà; ritengo tuttavia che il percorso disegnato e condiviso abbracci un orizzonte ben più ampio della durata del mio mandato, con linee guida ed indirizzi che spero possano trovare continuità nei prossimi anni.

Penso di dover riconoscere che sicuramente il mio percorso in questi anni con Voi avrà compreso anche qualche “passo falso”… avrò senza dubbio commesso degli errori, causato – involontariamente, mi si creda - qualche amarezza o deluso qualcuno… mi auguro tuttavia di poter contare su una benevola considerazione al riguardo.
E se qualcuno di Voi, per qualsivoglia motivo, dovesse trovarsi a percorrere i labirintici corridoi del Ministero … be’, voglio sperare che trovi un minuto per un saluto… la mia porta è, come sempre, aperta.

I miei migliori auguri e un saluto a tutti, col Poli nel cuore.

Marco Tomasi